Una stanza dell’orto è dedicata all’orticoltura sinergica, ispirata ai principi del botanico e filosofo giapponese Masanobu Fukuoka, pioniere della agricoltura naturale o del non fare, e alle esperienze dell’agronoma spagnola Emilia Hazelip, iniziatrice dell’agricoltura sostenibile e sostenitrice della permacultura. Alla base di questa tecnica di coltivazione, c’è la considerazione del suolo come ambiente complesso, da rispettare nella sua totalità, il luogo dove la pianta assume sostanze nutritive, scambia informazioni e soprattutto interagisce sia con le altre piante, sia con le migliaia di organismi che lo abitano.

L’agricoltura sinergica rispetta alcuni principi fondamentali:

  • La terra è un organismo vivo: non bisogna calpestarla né rivoltarla. Anche le “erbacce”, se non prendono il sopravvento, svolgono un’importante funzione nel mantenere vitale il suolo e spesso sono ottime da mangiare, pertanto vanno solo contenute ma mai eliminate.
  • La coltivazione avviene su “bancali”, prode rialzate di circa 60 cm, coltivate anche sui lati, dotate di ali gocciolanti per l’irrigazione e coperte di paglia per impedire l’eccessiva perdita d’acqua.
  • Si coltivano insieme ad es. si possono alternare liliacee – come aglio, cipolle o porri -, leguminose – come fagioli, fagiolini, fave, piselli, erba medica -, solanacee – come pomodori, melanzane, peperoni, patate -, crocifere – come cavoli, rape, rucola, rapanelli -, fiori e piante aromatiche.
  • Se il terreno viene mantenuto in equilibrio, non è necessario alcun apporto di sostanze, né animali, né, tantomeno, chimiche. Eventualmente si può inoculare il suolo con del terreno raccolto del bosco.

La nostra stanza del sinergico ha la forma di una foglia con un grosso bruco a fianco. I vialetti di cippato disegnano le nervature, sotto la paglia crescono associazioni di vegetali diversi a seconda delle stagioni. Una bella biodiversità vegetale ed umana trova il modo di convivere anche in questa stanza del nostro orto.